Rivista riflessi
N.1 / Settembre 2018
N.1 / Settembre 2018
Consulta qui di seguito il sommario completo nel nuovo numero della Rivista e leggi i vari Abstract, cliccando sui titolo di ciascuno.
Non sto più nella pelle
Di Natalia Aricò
L’articolo si propone di portare l’attenzione sulla pelle come luogo di elezione nel presentificare l’esperienza soggettiva.
Dopo un rapido sguardo ad alcune qualità anatomo-funzionali dell’Organo Pelle, l’autrice si dirige verso una narrazione più propriamente fenomenologico-esistenziale, dove la pelle rappresenta la dimensione elettiva della possibilità psico-somatica di dividere/individuare e contemporaneamente di mettere in relazione come iscrivendo il corpo vivente, nella possibilità di andare in scena, rendendo visibile contenuti psichici reietti, come espulsi dalla coscienza affinché possano essere riconosciuti “sulla propria pelle”, promuovendo un atteggiamento che attraverso l’esperienza del pathos, susciti senso.
Come sabbia sulla pelle: pelle reale e pelle immaginaria
Di Gabriella Lorenzi
Sulla pelle è tatuato un frammento di un discorso amoroso, un discorso che urta il corpo provocandone un sintomo che irrompe nella coscienza, privo di un significato simbolico.
Attraverso l’utilizzo del Gioco della sabbia quel frammento presente sulla pelle reale e proiettato sulla pelle immaginaria acquista senso, diventa parola, favorendo cosí il passaggio dall’immagine sintomo all’immagine simbolo.
Il corpo del terapeuta in psico-somatica
Di Elisa Mori
L’autrice racconta la storia di Maria e della sua malattia.
Una malattia della pelle che ospedalizza la paziente e che chiama il terapeuta al suo capezzale. Il corpo del terapeuta che entra in un ospedale come se fosse l’ultima spiaggia, l’ultima “pelle” possibile da offrire per uscire dal sanatorio ma soprattutto per uscire e camminare nella propria vita. È attraverso questo racconto che l’autrice offre uno spunto di riflessione per il tema della psicosomatica e per il suo indirizzo nel senso di una Psico-Somatica in Gestalt Analitica..
Frammenti di un discorso amoroso. Una ricerca di Gestalt-Analitica sul mondo del Tatuaggio
Di Elena Cossu e Giulia Coccia
Underground, tatuaggio, pelle. Queste le tre parole. Un filo apparentemente invisibile ci è sembrato che le legasse costruendo tra loro un legame di senso e significato che da sottoterra (underground) fin sopra la superficie (pelle) iscrivesse in modo indelebile e visibile (tatuaggio) una possibile narrazione simbolica di quel proprio “Essere al Mondo” dando colore e immagine a qualcosa che altrimenti è come se non esistesse nel suo essere non rappresentabile. Il tatuaggio diventa così contatto, macchia, storia, linguaggio, dolore, piacere, estetica, frammento di un discorso amoroso. Ipotesi di Ricerca: Il tatuaggio può essere considerato un sintomo nell’ambito della psicosomatica? Può attivare un processo di simbolizzazione? Questa ricerca vuole essere e dare uno sguardo fenomenologico al tatuaggio a Roma nel 2016.
Lo sguardo sul corpo. Le migrazioni contemporanee a partire da Abdelmalek Sayad
Di Alice Lacchei
Il presente contributo propone una rilettura del pensiero di Abdelmalek Sayad e in particolare della sua riflessione sul ruolo del corpo nello studio delle migrazioni. A tal scopo, nelle pagine di La doppia assenza vengono rintracciate tre categorie tramite cui pensare la dimensione corporea: il corpo come rappresentazione di sé, come forza lavoro e come luogo della sofferenza.
Il tentativo è quello di utilizzare tali categorie nell’analisi delle migrazioni contemporanee, con l’obiettivo di mostrare come queste possano essere valido strumento e lente d’indagine.
Ho paura! Le reazioni del corpo e della mente in età evolutiva
Di Maria Zampiron
Le attuali ricerche nel campo della Neurobiologiche Interpersonale o delle Neuroscienze confermano l’attivazione di strutture neurali e biologiche specifiche nelle situazioni di stress negativo.
A seguito delle separazioni parentali in particolare di tipo conflittuale, i minori, evidenziano disagi psicosomatici inizialmente espressi attraverso le reazioni del corpo e più tardi nell’area cognitiva.
Il corpo racconta. Il Disegno Narrativo Condiviso in Gestalt Analitica: la storia di Marcello
Di Gianluigi Passaro
In questo articolo presenterò i primi sei mesi di una psicoterapia che dura da quasi tre anni, che mi ha coinvolto assieme ad un bambino, Marcello.
Marcello presentava una significativa inibizione sociale nell’ambito di un disturbo d’ansia con coinvolgimento dell’area della comunicazione (mutismo selettivo) e dell’espressione corporea, con un rischio psicopatologico per una più severa chiusura comunicativa. La natura dei sintomi (manifestata nella difficoltà di parlare con gli altri e nel comportamento di freezing di fronte a degli estranei e in situazioni sociali) sarà letta come manifestazione di un disturbo psicosomatico, capace di annullare le risorse sociali ed emotive del bambino. Nel lavoro sarà discusso l’apporto fondamentale della relazione terapeutica e della coppia terapeutica attraverso la proposta di una tecnica di disegno realizzato insieme da paziente e terapeuta, il Disegno Narrativo Condiviso.
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